La visita di Nancy Pelosi a Taiwan è una dichiarazione di guerra degli Stati Uniti nei confronti della Cina. Il più alto rappresentante istituzionale ad avere visitato l’isola del Pacifico dal 1997 (non è un caso!) ha raggiunto lo scopo di irritare il Dragone, che sta cominciando a muoversi militarmente.

Pechino rivendica la sovranità sull’isola mentre gli Stati Uniti difendono la sovranità autonoma di Taiwan, formalmente indipendente dal 1949. Washington ha l’obiettivo di mantenere l’indipendenza di Taipei, coltivando rapporti di amicizia, per avere un territorio strategico nel Pacifico sotto la propria sfera d’influenza in chiave anticinese. Per questo motivo Xi-Jinping ritiene che ogni ingerenza statunitense in quell’area sia un atto ostile nei confronti della Cina. L’amministrazione Biden lo sapeva e ha volutamente provocato. Le tensioni tra due grandi sinistre mondiali molto differenti tra di loro, il Partito Democratico e il Partito Comunista Cinese, rischiano seriamente di sfociare in un conflitto armato di ampie proporzioni. Non è un mistero, le sinistre sono storicamente guerrafondaie. Nei due conflitti mondiali che hanno coinvolto gli U.S.A. nel corso del Novecento alla presidenza c’erano due democratici, Wilson e F.D.Roosevelt. Il democratico Barack Obama è stato uno dei presidenti più guerrafondai della storia a stelle e strisce: è intervenuto ovunque, dalla Libia alla Siria, e ha continuato ad operare negli scenari di guerra che ha ereditato, Afghanistan e Iraq, senza chiudere con accordo di pace nessun conflitto. Come premio per il lavoro che avrebbe svolto gli fu preventivamente conferito il Nobel per la Pace. Molti dei presidenti democratici amano definirsi progressisti. Forse perché hanno fatto progredire l’economia statunitense attraverso l’aumento della spesa militare! L’attuale amministrazione democratica sembra intenzionata a seguire la stessa strada. L’industria delle armi è più vicina ai democratici che ai repubblicani. Essa si arricchisce enormemente con le grandi commesse militari del governo care alla sinistra battagliera americana, non con il mercato delle armi al dettaglio difeso dalla destra americana.

Gli Stati Uniti nel frattempo stanno già finanziando la guerra in Ucraina, nella quale non si sono ancora impegnati direttamente. Putin ha invaso il territorio ucraino con l’assenso tacito di Biden. Ancora oggi il presidente americano persiste nel voler protrarre il conflitto, escludendo qualsiasi possibilità di accordo con il Cremlino. Lo scenario in Ucraina si può risolvere solo in due modi: accordo tra Stati Uniti e Russia con ciascuna delle parti che ottiene qualcosa e con l’Ucraina sottoposta a nuova divisione territoriale oppure vittoria di una delle due parti, implicando questo un intervento diretto nel conflitto di Stati Uniti e Paesi Nato al fianco di Zelensky e della Cina al fianco della Russia, assai probabile considerata la fase di stallo attuale. Accordo oppure guerra con vincitori e sconfitti, non c’è alternativa. La soluzione pacifica presuppone un incontro tra Biden e Putin, incontro che al momento nessuno dei due sembra intenzionato ad avere. Se il gigante cinese cadrà nelle provocazioni attaccando con l’esercito e invadendo Taiwan, allora gli Stati Uniti potrebbero decidere di intervenire militarmente sia nel Pacifico che in Europa. Questo segnerebbe l’inizio ufficiale della terza guerra mondiale.

Biden è furbo ma non intelligente. Ormai la sua popolarità interna è ai minimi da inizio mandato e, alle midterm elections che si terranno a Novembre per rinnovare il Congresso, il Partito Repubblicano è dato in notevole vantaggio nei sondaggi. Ha scelto questi tempi e questi modi per accelerare la crisi così da avere la strada spianata per l’intervento militare, senza gli intralci che si presenterebbero con un Congresso a netta maggioranza repubblicana. L’economia statunitense è provata da un alto livello di inflazione e da una recessione ormai imminente. I prezzi dell’energia sono alle stelle. Biden è alla canna del gas e sta tentando il tutto per tutto. Come i suoi illustri predecessori democratici progressisti del Novecento è propenso al conflitto mondiale, essendo l’unico modo che ha per risollevare l’economia e per riacquistare popolarità interna. Memore dell’esperienza di F.D.Roosevelt ritiene che solo l’aumento impetuoso della spesa militare può aiutare l’economia statunitense a riprendersi rapidamente nel breve periodo. Essendo il contesto economico differente da quello degli anni Quaranta, non valuta però l’impatto che questa dinamica, pur generando occupazione, potrebbe avere sull’inflazione. Ma da chi sceglie come mentore economico Kelton ci si può aspettare ogni errore teorico e ogni crimine morale.

La terza guerra mondiale sembra alle porte. Biden è un giocatore d’azzardo che, giocando con i soldi degli americani e sulla pelle degli altri popoli, può permettersi di essere irresponsabile. Per questo va fermato, prima che sia troppo tardi.
Quirino De Rienzo
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