“Un titolare di cattedra a Harvard finito in un alberghiero di Massa Lubrense”. In questo modo una giornalista di sinistra ex direttrice dell’Unità ha definito Mario Draghi nel momento del suo discorso in parlamento prima delle dimissioni. Generosa nei confronti di insegnanti e allievi di Harvard. Sprezzante e irrispettosa nei riguardi di chi lavora e studia nell’istituto alberghiero. Una vera elitista, degna esponente dei rimasugli dell’intellighenzia comunista.

A lei e a quanti pensano come lei non consiglio di leggere un trattato di economia politica. Sarebbe inutile, tempo perso. Non consiglio la “Teoria generale” di Keynes e nemmeno la “Storia dell’analisi economica” di Schumpeter. Non avrebbe senso. Non gli consiglio neppure la lettura del divertente pamphlet divulgativo “Maledetti economisti. Le idiozie di una scienza inesistente” del grande economista italiano Sergio Ricossa, autore del prestigioso “Dizionario di economia” dell’Utet. Anche se questo avrebbe più senso. No, a loro consiglio di guardare un film sulla grande crisi del 2007-08: The Big Short. Una scena è paradigmatica: il capo di un fondo che, dopo aver capito l’insolvenza di alcune tipologie di mutui, aveva investito contro l’andamento del mercato si trova nella sede di una grande banca americana in fallimento. Mentre nei corridoi si muovono i dipendenti licenziati in uscita con gli scatoloni in mano, entra nell’ufficio di una dirigente bancaria, la osserva e indicando l’attestato in mostra dietro di lei (un diploma universitario di Harvard) esclama con amara ironia: “complimenti”. Non seguono altre parole, non servono altre parole. È in quella scena la descrizione del fallimento dell’economia finanziaria in un’epoca in cui la tecnica è considerata indiscutibile e paradossalmente viene applicata anche all’economia che scienza matematizzabile non lo è in modo assoluto. Nessuna previsione ha mai anticipato la descrizione coerente di un andamento economico. Le crisi sono imprevedibili, arrivano e passano: non c’è matematica o statistica che tenga. Nel 1600 come nel 2000. Lo dimostrano i fatti. Ce lo ricordano economisti onesti come Ricossa.
Il Titanic fu costruito da tecnici esperti, l’arca di Noè da dilettanti seguendo l’indicazione divina. Il primo è l’immagine storica contemporanea della catastrofe, la seconda è l’immagine mitica eterna della salvezza. La crisi del 2007-08 in America ha molto da insegnare sulla discutibile utilità pratica del diploma universitario in economia. La maggior parte dei dirigenti delle grandi banche americane coinvolte nel crollo finanziario si era formata nelle migliori università del mondo. Il risultato è stato il disastro. La condotta del governo americano e dei dirigenti della SEC, della FED e delle banche d’affari fu criminale. Fino a un’epoca non lontana i banchieri erano dilettanti di professione e non dei Frankenstein provenienti da Cambridge o Harvard. Le banche non erano dirette da manager con preparazione (si fa per dire!) universitaria ma da semplici commercianti della moneta. Una volta al timone della nave c’era Noè con l’aiuto di Dio, non della tecnica! E funzionava. Come funziona adesso. In modo imperfetto e altalenante.

Riguardo a Mario Draghi e alla sua formazione era facile intuire da chi conosce la teoria economica dove sarebbe finita l’area euro. Da buon allievo di Federico Caffè, e quindi indirettamente di Keynes, il punto di arrivo delle politiche monetarie della BCE negli ultimi dieci anni non poteva che essere l’inflazione. Nonostante la “Teoria generale” fosse piena di intuizioni rischiose, essa conteneva anche numerosi ammonimenti. I keynesiani sono sempre stati sordi a quelle cautele, forse molti di loro non hanno nemmeno mai letto la bibbia del maestro. I media di regime non osano dirlo, e quei pochi che ne fanno cenno ne parlano astrattamente. L’Italia e l’area euro (ma vale anche per gli U.S.A.) si trovano in una condizione in cui la spirale inflazionistica torna a far paura come non avveniva dagli anni Settanta perché le politiche monetariste che dagli anni Ottanta hanno retto il sistema economico per oltre vent’anni sono state ormai da tempo abbandonate. Ha funzionato fino a quando la bolla non è esplosa. L’inflazione europea è per larga parte artificiale. La BCE ne è la prima causa. Due sono i responsabili: Mario Draghi e Christine Lagarde.
Tra un cuoco formatosi all’istituto alberghiero di Massa Lubrense e un banchiere centrale che ha studiato e insegnato a Harvard o al MIT preferite senza esitare il cuoco. A maggior ragione se il banchiere centrale è un keynesiano poco attento alla tenuta dei vostri risparmi, più intento a divertirsi con esperimenti monetari e a trasformare l’economia in un casinò da gioco per la finanza. Il cuoco, preparando degli squisiti spaghetti alle vongole o una bistecca alla fiorentina coi fiocchi, appaga la fame e delizia il palato. Poco importa se il piatto è piuttosto costoso, inutile esprimere lamentele se la pietanza è prelibata. Anche perché adesso sappiamo che la colpa dell’aumento dei prezzi non è del cuoco. È del banchiere centrale.
Quirino De Rienzo